Denti: basta sorrisi artificiosi. Il trend 2023 riproduce la naturale tonalità dello smalto

Rivestimento sottile come lenti a contatto che conserva integralmente il dente, senza danneggiarlo Stop a sorrisi fintamente smaglianti alla Hollywood style. I modelli di riferimento dell’estetica dentale stanno cambiando e...

Rivestimento sottile come lenti a contatto che conserva integralmente il dente, senza danneggiarlo

Stop a sorrisi fintamente smaglianti alla Hollywood style. I modelli di riferimento dell’estetica dentale stanno cambiando e dopo anni di sorrisi bianchi, troppo bianchi e tanto innaturali da risultare palesemente finti –  in alcuni casi rischiano di compromettere anche l’armonia del viso – oggi la parola d’ordine è naturalezza.

“Attualmente la consapevolezza del paziente sta cambiando, e la tendenza del nuovo anno sembra indirizzarsi verso una scelta differente – spiega il Prof. Stefano Scavia, docente in Chirurgia orale e implantologia presso l’Università Statale Bicocca di Milano –  quello che chiede il paziente nel 2023 è un trattamento estetico che appaia naturale, bello e verosimile, che non venga percepito come artificioso e pertanto che non faccia trasparire la non naturalità del trattamento”.

Prendersi cura del proprio corpo è fortemente significativo nella società attuale. In quest’ottica si inserisce proprio l’attenzione verso la bellezza del proprio sorriso, che viene migliorata attraverso allineatori, sbiancamenti e soprattutto trattamenti definitivi, come l’applicazione di ricoperture estetiche alla superficie dentale, comunemente chiamate “faccette”. Purtroppo però nel corso degli anni si è esagerato un po’, portando alla realizzazione di sorrisi da catena di montaggio, tutti troppo uguali, tutti troppo bianchi e troppo finti.

“A questo si aggiunge che oggi il paziente è sempre più informato, e sa che un sorriso estetico non è rappresentato solo da denti bianchi, ma anche da gengive integre e sane – spiega il Prof. Stefano Scavia – pertanto si cercano soluzioni che non sacrifichino irreversibilmente l’integrità e la salute della bocca.  Le faccette implicano una limatura del dente da trattare, con l’inevitabile asportazione del tessuto biologico, il più delle volte sano, al fine di ottenere lo spazio necessario all’applicazione del manufatto”.

In quest’ottica l’odontoiatria più moderna, con l’ausilio di tecnologie sempre più avanzate, sembra aver trovato la soluzione alla richiesta di un trattamento estetico dentale naturale, rapido, indolore, conservativo e potenzialmente reversibile: le faccette additive. “Le faccette di ultima generazione correggono alterazioni di forma, colore e posizione dei denti – afferma Scavia – sono un rivestimento talmente sottile e translucente che possono essere paragonate a delle lenti a contatto. L’innovazione permette un trattamento indolore e minimamente invasivo, conservando integralmente il dente, senza limature o riduzioni dello smalto”.

Attraverso la scansione digitale della bocca, il restauro può essere elaborato digitalmente al computer, realizzato tramite fresatori o manualmente, anche con l’ausilio della microscopia, e applicato poi al dente in maniera definitiva, replicando le caratteristiche meccaniche ed estetiche dello smalto naturale. La realizzazione di faccette e ricostruzioni estremamente precise e sottilissime consente di curare e migliorare l’estetica senza demolire e senza causare disagi al paziente. Superfici sottilissime, fino a 1/3 di mm, vengono realizzate con materiali che riproducono tonalità e translucenza dello smalto naturale e che, applicate alla porzione visibile del dente, non ne alterano l’integrità pur consentendo di sceglierne il colore.

Lo smalto dentale è infatti parzialmente trasparente, pertanto l’estetica del sorriso viene influenzata dal colore dei tessuti sottostanti. Parimenti le faccette additive, essendo estremamente sottili, replicano al meglio le caratteristiche estetiche degli elementi naturali. Inoltre il dente sottostante rimane perfettamente intatto, evitando problemi di sensibilità e di compromissione del tessuto biologico.

Secondo uno studio pubblicato da The Journal of the American Dental Association (Moawia M Kassab, Robert E Cohen The etiology and prevalence of gingival recession. J Am Dent Assoc. 2003 Feb;134(2):220-5) il 50% della popolazione fra i 18 ed i 64 anni presenta almeno una recessione gengivale. La percentuale sale all’88% per la popolazione over 64. Le recessioni comportano una perdita di gengiva con la conseguente esposizione di una porzione della radice dentale. La maggior parte dei trattamenti estetici si limitano a ricoprire la radice esposta a causa della recessione con l’utilizzo di faccette, corone o otturazioni, causando un danno estetico associato a un danno parodontale. Questo peggiora ulteriormente lo stato di salute delle gengive, nonché il loro aspetto estetico.

“La soluzione del problema è rappresentata da un adeguato trattamento parodontale e rigenerativo. Prima si ripristina lo stato di salute e si rigenerano i tessuti gengivali, poi si interviene in maniera non invasiva sul colore e sulla forma del dente, così da rendere più bello, naturale e sano il risultato”, conclude Scavia.

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